Una darsena diroccata a Cima di Porlezza, il suo motoscafo, la passione per il lago e per la pesca, la realizzazione di un sogno.
Inizia così agli inizi degli anni ’60 una storia che continua ancora oggi.
Aldo Meda dopo la ristrutturazione della darsena, passa sempre più spesso il suo tempo libero in questo piccolo paese sul lago, frequenta le persone del luogo, diventa una figura familiare.
Qui conosce Carmelo Gobbi, titolare di un piccolo cantiere nautico che si occupa della manutenzione del suo motoscafo e a cui affida la costruzione di una barca per la figlia Laura. L’affiatamento, la stima e la collaborazione tra i due uomini cresce.
E così nel corso di una delle loro lunghe chiacchierate, Carmelo manifesta ad Aldo una sua preoccupazione per i giovani del posto.
“Qui non c’è niente da fare, al sabato, finito il lavoro vanno in qualche locale a Lugano o a Menaggio… giocano, bevono…” “Ma…Carmelo, lei ha delle barche, perché non proponiamo a questi ragazzi di scendere in acqua e di gareggiare?”
Dopo un minuto di silenzio: “ El ga resun Sciur Meda, podum trouvaa dij fieou!”
L’idea lanciata per caso si realizza, arrivano i primi ragazzi, iniziano gli allenamenti, si pensa di partecipare a qualche gara. Nasce così una squadra che su insistenza di Carmelo, viene chiamata “CANOTTIERI ALDO MEDA – CIMA”.
L’impegno e l’entusiasmo non tardano a dare risultati e arrivano e prime vittorie.
Purtroppo Aldo è mancato troppo presto e non ha potuto vedere gli sviluppi della sua idea, ma i “ragazzi della canottieri” di allora hanno creduto in questo progetto e con sacrificio e determinazione hanno saputo formare nuove generazioni di giovani che ancora oggi, oltre a raggiungere traguardi sempre più alti, imparano ad apprezzare il valore della sana sportività, fatta di lavoro, solidarietà e gioco di squadra.